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Giulia Son

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Helvetica: typography perfection.

La perfezione non esiste ma Helvetica sì, e quindi anche la perfezione. Sto parlando di un carattere tipografico, uno che è oggetto di devozione da parte di grafici e designer in tutto il mondo. Il mondo è pieno di Helvetica: se ci farai caso troverai molti esempi durante una qualsiasi passeggiata nella tua città. Scopriamo insieme questo splendido esempio di Typography Design.

In un precedente articolo ti ho spiegato cosa sono i Font. Oggi invece ti parlerò del Font perfetto: Helvetica.
Io lo amo, al punto che è stato oggetto di una mia tesi d’esame quando frequentavo l’Accademia.

Mi piace perché è rigoroso, razionale, pulito ma comunque ricco di carattere.
A primo sguardo sembra un tipo quadrato e anche un po’ noioso; in realtà però nasconde guizzi di geniale creatività: la R ha la gamba curva, la Q ce l’ha dritta e angolata; la i e la j hanno i puntini quadrati, lo spazio interno della O, della Q e della C è ovale.

Da quando è stato creato, ha ricevuto dei premi, è stato il protagonista di un bellissimo documentario e di diversi libri – fra cui Helvetica: Homage to a Typeface di Lars Muller, ricco di immagini e applicazioni.

Helvetica: un po’ di storia.

Questo carattere tipografico è nato nel glorioso 1957 dalla mano e dal genio di Max Miedinger e Eduard Hoffmann, due designer dell’azienda svizzera Haas’sche Schriftgiesserei (Fonderia Tipografica Haas) – che era poi di proprietà della Linotype.

In origine, il suo nome era Die Neue Haas Grotesk; era ispirato da vicino da un altro carattere tipografico bellissimo e famoso, l’Akzident-Grotesk di Berthold. A dirla tutta, Helvetica ha salvato l’azienda dal fallimento!

Il nome fu cambiato nel 1960 per ragioni di marketing: divenne prima Helvetia (il nome latino della Svizzera) e poi, finalmente, fu battezzato così come lo conosciamo oggi. Helvetica.

E il marketing deve aver funzionato bene, perché oggi è di gran lunga uno dei caratteri tipografici più diffusi al mondo. Forse, il più diffuso? Ma qui bisogna bisogna essere onesti: il merito va soprattutto a quei Miedinger e Hoffmann, che hanno fatto un vero capolavoro.

Le caratteristiche di Helvetica.

Tecnicamente parlando, siamo di fronte ad un pregevole esempio di Sans Serif Grotesque. È stato progettato con lo scopo di risultare neutro: non doveva veicolare in sé nessun significato particolare. Questo concetto lo comprendiamo meglio dalle parole di Wim Crouwel:

«Helvetica fu un grande salto dal XIX secolo…
Ci impressionò molto per la sua neutralità, parola che amavamo molto.
Perché in alcuni casi il carattere deve essere neutrale,
non deve portare un significato intrinseco nel suo aspetto.
Il significato deve uscire dal testo, non dal carattere tipografico»

Fra le caratteristiche tecniche di Helvetica è ad notare la grande uniformità nello spessore delle lettere, aspetto che conferisce al font un aspetto rigido e regolare. Soprattutto (e questo è, forse, ciò che amo di più in questo carattere) Helvetica gioca molto col contrasto fra spazio positivo e negativo e, anzi, conferisce quasi più importanza al bianco intorno alle lettere che alle lettere stesse. Geniale. Brillante. Magnifico.

La spaziatura fra le lettere è piuttosto minuta e le estremità dei singoli caratteri sono, salvo poche eccezioni, orizzontali. Ma, come accennavo prima, il vero guizzo sta proprio nei piccoli “aggiustamenti” che i designer hanno apportato in alcuni casi: la rotondità nella gamba della R, il taglio orizzontale della Q; la X che è più “alta” di quanto dovrebbe, lo stelo curvo del 7…

Sono questi dettagli che rendono Helvetica un font universale, intramontabile e facilmente leggibile. Anche, ad esempio, in movimento.

Le variazioni di Helvetica.

Nel corso degli anni sono state realizzate delle variazioni e delle versioni “complementari” al carattere originale del 1957. Oltre all’applicazione nei vari alfabeti internazionali (cirillico, greco, giapponese etc…) possiamo elencare:

Helvetica Light, progettato alla Stampel da Erich Schultz-Anker e Arthur Ritzel;

Helvetica Compressed, progettato da Matthew Carter;

Helvetica Rounded, progettato nel 1978, caratterizzato dalle estremità arrotondate delle lettere; è disponibile solo in bold e black;

Helvetica Neue, progettato nel 1983.

Helvetica nel mondo.

Per le sue caratteristiche Helvetica è stato scelto come font per un numero pazzesco di usi e applicazioni.

Nel 1984, ad esempio, è diventato un font di sistema Macintosh; e nel 1989 è stato scelto da Massimo Vignanelli per vestire tutta la segnaletica stradale della città di New York. Tutta. La segnaletica. Stradale.

È sugli Space Shuttle della NASA. Sugli aerei Lufthansa. Sulle borse di Fendi. E su decine e decine di loghi famosi in tutto il mondo.

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